ENCICLOPEDIA MINIMA DELLA VITA E DELL'AMORE
Dal racconto di Italo Calvino "Priscilla", tratto da “T con Zero”
Immaginato e diretto da
Katerina Marcelja e Barbara Mautino
con Barbara Mautino
In “Priscilla”, che fa parte della raccolta di racconti T con Zero, Qfwfq,
l’indefinito protagonista, è un organismo unicellulare alle prese con le smanie dell’amore e del desiderio. Chi sono io che amo? Cosa amo quando amo?
Calvino attraverso Qfwfq ci conduce lungo i processi della coscienza nel suo individuarsi, nel suo moto verso qualcosa di diverso da sé stessa, alla scoperta dell’istante in cui tutto sembra possibile, in cui il desiderio dell’Altro nutre la volontà di «dire» noi stessi, portandoci a svilupparci nella nostra unicità di individui.
Ne consegue una riflessione filosofica molto raffinata sul tema del desiderio e della sua capacità di definirci.
Anche nel suo stato di organismo composto da una sola cellula, Qfwfq è però così umano nella sua agitazione ansiosa: “innamorato da morire” si definisce, smanioso di quell’ “altrove altravolta altrimenti” che rappresenta tutte le possibilità irrealizzate, tutti i modelli di universo possibili.
Ispirandosi allo stile unico di Calvino, che sa unire ironia, libertà espressiva e rigore di pensiero, lo spettacolo si propone di trasportare il pubblico in questo dibattito immaginario, accettando la sfida di trasformare il gioco linguistico in gioco teatrale.
Un ragionamento sulla diversità, su ciò che chiamiamo amore, sulle sue conseguenze sulla vita e il suo inestricabile legame con la morte.